Non solo attività di campo. Un altro aspetto che “esce” dallo sport è la sfera emotiva. Normale se si pensa alle emozioni che scaturiscono nel momento in cui ci si confronta con sé stessi e con altri sfidanti. L’accostamento diviene originale quando il tutto “entra” invece nella poesia. E’ qui che la cultura incontra in modo insolito l’attività motoria in genere. L’esigenza forse nasce dal bisogno di esternare stati d’animo che non si riescono a tirare fuori con altre forme di comunicazione. Oppure per semplice diletto ed è questo comunque un esercizio interessante.
Pubblichiamo perciò uno scritto di un nostro giovane atleta che ha pensato di consegnare alla sua insegnante di italiano un compito assegnatogli…lui ha scelto l’atletica e la sua personalità. Ne siamo orgogliosi.
“L’atleta caduto sulla pista, il rosso del tartan impresso sporco sui vestiti, il ginocchio raschio, la fatica di rialzarsi, l’amarezza di una gara persa. Deluso, sconfitto, abbattuto, osserva l’ostacolo inciampato ancor in piedi, ancora stabile.
La folla esulta di applausi, intorno al vincitore si gettano i compagni, l’allenatore. Il suo miglior tempo impresso là, là nel tabellone. La gioia, l’emozione, la fatica di una gara contro il tempo, ripagata dalla soddisfazione di avercela fatta, la medaglia dorata intorno al collo, il gradino più alto.
Il secondo ostacolista, fisicamente saldo, sul secondo gradino, indossa una medaglia argento, ora applaude, ora stringe la mano al primo, ma si sente anch’esso partecipe della vittoria. Ugualmente felice, sa di poterlo guadagnare, sa di aspirare al primo gradino, una prossima volta.”
Enrico Pani