[singlepic id=1017 w= h= float=left]La blasonata Arena Civica di Milano è stata invasa nel fine settimana da una miriade di giovani atleti che sono arrivati agguerriti più che mai in cerca di un posto nelle finali dei Campionati Italiani di categoria (allievi classi 1998/1999). Sole splendente ma caldo sopportabile, una leggera brezza ha spirato a favore del rettilineo principale e delle pedane dei salti in estensione. Insomma buone condizioni per le competizioni. I nostri tre alfieri erano Ale “Teme”, “Vali” Cecchini e “Enti” Pani.
Il primo “gladiatore” a scendere nella’arena è stato Ale nel pomeriggio di venerdì nel salto in lungo. La sua situazione tecnica era un po in difficoltà da tempo, i mesi invernali sono stati duri, ma la consapevolezza di poter fare bene era presente, la voglia di dimostrare il proprio valore fortissima. Purtroppo i tre salti di qualificazione non gli hanno permesso di entrare nella finale dei 12. “Alla fine della gara ero incavolato nero e penso sia normale. Ma sono anche consapevole di essere migliorato: faccio meglio gli ostacoli, sono più veloce e più forte. Forse un blocco passeggero, una stagione di cambiamenti. Basta riprendersi e lavorare per tornare su buoni livelli“. Commento maturo quello di Ale che di carattere non si scoraggia e troverà la determinazione per rifarsi nelle gare di settembre.
Valeria è lucida e spensierata nella sua analisi. “Sono contenta perché sono stata l’unica a valere il 3,20 della qualificazione, l’ho sbagliato solo per sfortuna, mi sono sentita bene. Peccato per l’errore in più a 3 metri che ha fatto passare le altre due in finale al mio posto. Sono felice comunque di aver usato un’asta più impegnativa“. In forte ripresa dopo qualche problema fisico ha gestito la gara di salto con l’asta in modo impeccabile, sicura di sé e presente con la testa. C’è solo da mordersi le mani per quel 3,20 sbagliato davvero di un soffio, salto in cui solo la sfortuna ha negato la soddisfazione di una finale che sarebbe stata meritatissima. Ma così sono i salti in elevazione dell’atletica, un errore in più può costare caro.
Enrico non si è espresso sui suoi soliti livelli nei 110 metri ad ostacoli. Nella seconda batteria è parso assente, tecnicamente pulito ma poco aggressivo. “Non so cosa ho sbagliato, non lo so. Non riesco a capire nemmeno come mi sono sentito“. La delusione è percepibile in queste sue poche parole e c’è poco da aggiungere, giornata storta. Avrà però subito l’occasione di rifarsi la prossima settimana in un altro Campionato Italiano, quello di decathlon, le temute 10 fatiche. I margini di miglioramento sono alti e può siglare un altro primato personale.